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Coas: No all'equiparazione Ordine medici con quello infermieri

Mentre l’intera comunità infermieristica si prepara all’imminente e auspicata trasformazione da Collegio a Ordine, mentre in ogni provincia italiana si vota il nuovo consiglio direttivo dei vari collegi Ipasvi provinciali, mentre il nuovo contratto collettivo nazionale aspira a far riconoscere finalmente le competenze avanzate degli infermieri, eccolo che spunta il medico sindacalista giustiziere.


Per il sindacato medico, gli infermieri restano esecutori


Per Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato Co.A.S. medici dirigenti l’infermiere è un mero esecutore con sole conoscenze tecniche per la terapia.Così un sindacato con poche centinaia di iscritti lede ancora una volta l’immagine della nostra professione. Un sindacato che dimostra in poche parole tutta la sua ignoranza e il suo populismo nel cercare di trattenere qualche tessera, portando avanti argomenti e lotte anacronistiche.


No all’equiparazione dell’ordine medici con quello degli infermieri. Da sempre l'infermiere si è dedicato a mansioni esecutive (…) Anche agli infermieri - prosegue Garau - vengono affidate manovre finalizzate alla conservazione e tutela della vita, ma non viene richiesto né di formulare una diagnosi né di impostare un percorso terapeutico; forse gli sarà richiesto un buon grado di collaborazione e di conoscenza tecnica nell'eseguire una specifica terapia, ma difficilmente gli verrà chiesto di più.

E sottolineando di parlare nel massimo rispetto dei ruoli, intima: Giusto sottolineare la differenza intercorrente tra l'esecutore di un ordine e chi ha la potestà di progettare quell'ordine e motivarlo. Ci auguriamo che in questo clima elettorale non si ceda alle tentazioni di un facile populismo alla ricerca di voti.


Non certo per difendere privilegi o caste professionali.

Per carità, chi potrebbe pensare una cosa del genere? D’altra parte nei reparti a sola gestione infermieristica si fa solo terapia e pure tecniche di base, in corsia se il paziente si aggrava è il medico che si accorge, perché insomma l’infermiere non ha abbastanza conoscenze.

In chirurgia d’urgenza dove lavorava lui, le medicazioni, le complicanze post chirurgiche, le vedeva solo lui, l’educazione al letto del paziente la faceva lui; era lui ad occuparsi di tutto il processo assistenziale del paziente; sì, lo ascoltava pure, magari meglio se privatamente, all’umile costo di 250 euro per cinque minuti.

Sarà forse che il Signor Garau, specializzatosi nel 1986 a Cagliari, sia stato troppo impegnato nei suoi studi per informarsi dell’abolizione del mansionario? Sarà che il Dottore sono anni che non mette piede in corsia e gioca a fare il duro dietro ad una scrivania?

Sarà forse che la Legge 43/2006 proprio gli è sfuggita? Sarà che ad una certa età è difficile cambiare le proprie idee e comportamenti, sarà che a far politica sanitaria non dovrebbero più essere i vecchi baroni che hanno permesso la decadenza del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Insomma, proprio non sappiamo cosa abbia spinto il Dott. Garau a scagliarsi contro la professione infermieristica, ci piace pensare romanticamente che forse sia solo frutto di una stupida ripicca per un’infermiera che non l’ha mai amato.

Dott. Garau non si faccia rappresentante di un gruppo che non rappresenta più. Le cose sono cambiate: se ne faccia una ragione, il tempo del baronaggio è passato.




 
 
 

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