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Come e quando si usa la maschera di venturi (ventmask)

Immagine del redattore: infermierecataniainfermierecatania

Caratteristiche di funzionamento, indicazioni e contro-indicazioni all’utilizzo della ventmask

La ventmask è un presidio medico per la terapia con ossigeno indicata per il trattamento a medio lungo termine quando si rende necessaria la somministrazione di percentuali definite di ossigeno ad alti flussi.

Come funziona


Funzionamento valvola ventmask

Il cuore del sistema è la valvola che permette di somministrare ossigeno a percentuali controllate variabili dal 25% all’60% di FiO2*. Esistono due tipi di valvole: quelle a percentuale fissa e quelle regolabili. Il set della maschera contiene diverse valvole che vanno solitamente dal 25% al 50% di FiO2 ma, come detto, ne esistono fino all’60%.

La valvola sfrutta l’effetto venturi detto anche paradosso idrodinamico e secondo il quale la pressione di una corrente fluida aumenta con il diminuire della velocità. Applicato dei gas ne risulta che quando si passa da un condotto con diametro maggiore ad uno con diametro minore subisce un aumento della velocità ed una riduzione della pressione.

Questa riduzione di pressione all’interno della valvola permette di pescare all’interno aria ambiente che a questo punto ha una pressione maggiore ed entra dalle fessure. La percentuale di aria è fissa e dipende dal dimensioni delle fessure e dal flusso di ossigeno erogato (flusso minimo predeterminato es. 50% – 12 L/min). La miscela di ossigeno puro ed aria ambiente determinano la FiO2 che raggiunge la maschera.

Per stabilire la giusta combinazione di ossigeno puro da erogare per ottenere la FiO2 ricercata con quella valvola, ogni maschera ha un foglietto con uno schema oppure lo schema è impresso sulla valvola stessa.

* La FiO2 è la frazione inspirata di ossigeno inspirata da un paziente e si esprime in percentuale


Quando si usa

Come detto è un presidio medico per la somministrazione di ossigeno ad alti flussi. Ciononostante non va considerato come un presidio di emergenza. In quel caso i presidi devono prevedere alti flussi ed alte concentrazioni. Inoltre è un metodo preciso e sicuro per controllare la FiO2 del paziente.

La maschera di venturi consente la somministrazione di alti flussi ma a concentrazioni relativamente basse. Anche le valvole a concentrazione più alta (dal 50% in su di FiO2) non consentono di superare i 15 L/min di erogazione secondo gli schemi di funzionamento per la corretta miscela di O2 e aria ambiente.

Per questo motivo la terapia di ossigeno con maschera di venturi trova applicazione in ambito ospedaliero e nei casi in cui sia necessaria somministraione di ossigeno a medio-lungo termine.

Va quindi considerata anche la temperatura e l’umidità. Nonostante l’ossigeno non venga somministrato puro, il flusso elevato è in grado di ridurre considerevolmente la temperatura della miscela che risulterà anche particolarmente secca. Dovendo essere somministrata per tempi prolungati va considerato l’uso abbinato di un umidificatore riscaldato (detto in gergo aquapack).


A differenza della somministrazione di ossigeno in emergenza dove, data la brevità del trattamento unita alla criticità della situazione, non ci sono particolari controindicazioni alla somministrazione di alti flussi ad alte concentrazioni* la maschera di venturi non va mai utilizzata in modo arbitrario ma piuttosto deve essere applicata dietro prescrizione medica che stabilisca FiO2 unitamente al tipo e frequenza dei controlli da effettuare sul paziente.

*Maschera con reservoir flussi adeguati al raggiungimento di una saturazione compresa tra 94-98% nel caso di pazienti senza patologie polmonari croniche, oppure tra 88-92% in caso di pazienti con patologie polmonari come ad esempio la BPCO o l’enfisema polmonare



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