In un contesto sanitario in cui la sicurezza del paziente dovrebbe essere al primo posto, una recente Sentenza della Cassazione, n. 32477/2019, pone l’accento sulla figura del Direttore sanitario, quale medico-manager, attribuendogli una responsabilità di fondamentale importanza: quella della colpa di organizzazione.
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Questo concetto si riflette nel caso del decesso di un paziente, dove la Corte ha esteso la responsabilità non solo ai medici e anestesisti coinvolti direttamente nell’assistenza, ma anche al Direttore sanitario della struttura, identificato come il “garante ultimo” dell’assistenza ai pazienti e del coordinamento del personale.
Il caso in esame riguarda il tragico evento in una casa di cura privata, dove, a seguito di una serie di negligenze e mancanze organizzative, una paziente ha perso la vita. Sebbene i reati siano stati dichiarati prescritti, permettendo così la prosecuzione del processo solo in sede civile, la condanna sottolinea l’importanza delle responsabilità gestionali e organizzative nella prevenzione degli eventi avversi.
La sentenza evidenzia diverse lacune nell’organizzazione della struttura, quali l’assenza di protocolli per l’accettazione dei pazienti, una carente informativa sulle situazioni di rischio e una gestione inadeguata delle emergenze. In particolare, si rimprovera al direttore sanitario di non aver predisposto un sistema informativo efficiente che avrebbe potuto prevenire il ricovero di una paziente ad alto rischio in una struttura inadeguata, o di aver omesso l’adozione di particolari precauzioni.
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La Cassazione, facendo riferimento alla legislazione vigente e alle raccomandazioni ministeriali, rafforza l’idea che il direttore sanitario detenga una posizione di garanzia, con poteri di gestione e doveri di vigilanza e organizzazione tecnico-sanitaria. Questi includono la predisposizione di protocolli specifici per il ricovero dei pazienti, la gestione delle emergenze e l’adozione di misure preventive.
Questo caso sottolinea l’importanza di una gestione attenta e proattiva dei rischi nella pratica medica e nell’amministrazione delle strutture sanitarie. La “colpa di organizzazione” non si configura solo come una mancanza a livello individuale dei professionisti coinvolti direttamente nell’assistenza, ma si estende alla struttura organizzativa nella quale operano. Pertanto, il medico-manager assume un ruolo cruciale come colui che deve garantire l’adozione delle cautele organizzative e gestionali necessarie a prevenire eventi avversi.
Questa sentenza rappresenta inoltre un importante precedente giuridico, ponendo in evidenza come la responsabilità nella gestione dell’assistenza sanitaria sia un concetto ampio, che include non solo l’azione medica diretta, ma anche la qualità dell’organizzazione e della gestione del rischio all’interno delle strutture sanitarie.
La lezione da trarre è chiara: la sicurezza del paziente e la prevenzione degli eventi avversi richiedono un impegno costante a tutti i livelli organizzativi, sottolineando il valore inestimabile della vita umana e il dovere etico e professionale di proteggerla.
La Redazione CoinaNews
Fonti:
Sentenza Corte di Cassazione, n. 32477/2019
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