La visita nel domicilio del paziente, effettuata congiuntamente da tutte le figure sanitarie consta di una valutazione globale che prende forma perciò nella vita della persona e del caregivers, qualora fosse presente. Il termine “valutazione multidimensionale” (VDM) compare per la prima volta nella Classificazione delle menomazioni e svantaggi proposta dall’OMS nel 1980,con lo scopo di favorire un approccio univoco integrato ai bisogni e un ottimizzato intervento assistenziale. Serve a definire in modo olistico la persona nella sua complessità, ovvero le risorse, potenzialità e bisogni: i risultati facilitano la costruzione di un piano di intervento in relazione alla specifica situazione. Sono molteplici le esperienze di integrazione e valutazione professionale multidimensionale effettuate in altri setting di aiuto (per es. assistenti sociali, psichiatri e infermieri nel contesto lavorativo della psichiatria oppure assistenti sociali e psicologi nel contesto della tutela dei minori). Dal punto di vista economico non è prevista la compartecipazione alle spese da parte degli utenti, una volta specificato il possesso di determinati requisiti si realizza la valutazione multidimensionale al domicilio, a seguito del quale viene redatto un progetto personalizzato in cui sono esplicitate le aree di intervento, le figure coinvolte e la tempistica.
![](https://static.wixstatic.com/media/c7cbdf_46f8cc51e8dc437fa0aaa3271bf9a522~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_1470,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_auto/c7cbdf_46f8cc51e8dc437fa0aaa3271bf9a522~mv2.jpg)
La DGR 7769/2018 individua nella VMD lo strumento principale di conoscenza del futuro possibile beneficiario del servizio da realizzarsi presso la sua casa tramite una visita in loco. Le figure sempre presenti sono il medico (preferibilmente geriatra) e l’assistente sociale ( in sua assenza la legge dispone come alternativa lo psicologo, l’educatore, terapista della riabilitazione). La DGR 7769/2018 prevede l’inclusione, nella valutazione, la presenza di elementi validati ovvero: Persone con demenza: CDR (Clinical Dementia Rating) o altri similari per la valutazione della gravità del processo patologica mentale, e CBI (Caregiver Burden Inventory),per quantificare lo stress del caregiver. L’equipe può integrare questi strumenti, definiti dalla regolamentazione obbligatori, con altri a propria scelta. L’utilizzo di strumenti utili consente agli operatori di rendere meno discrezionale l’atto valutativo: la compilazione avviene sia sull’osservazione dei professionisti, considerando anche i documenti in possesso della famiglia, visionati durante la visita domiciliare sia dal colloquio col paziente e la sua famiglia. L’esito della valutazione ha il suo fine nell’attivazione di un progetto composto da uno o più interventi diversi (educativo, fisioterapico, assistenziale ecc…) e deve porsi obiettivi specifici e misurabili nelle diverse aree di intervento, considerando uno approcci globale al paziente. La VMD è da considerarsi un processo in divenire che ha la sua fase iniziale con la presentazione della richiesta da parte dei caregivers. La modalità di formulazione della domanda, le aspettative e le richieste, alcune precisazioni espresse dai caregivers possono fornire, già in fase preliminare ,elementi preziosi di informazione su cui lavorare per accostarsi alla famiglia in maniera più consapevole.
Durante la valutazione multidimensionale è opportuno approfondire diversi elementi tra cui: 23 - Dedicare tempo e spazio sia al colloquio con l’anziano quanto al caregiver. L’intervista conciliata alla raccolta degli esiti restituiti dalla compilazione delle scale di valutazione può originarsi un progetto di qualità e di senso.
- Impostare l’incontro come una conoscenza in cui verranno accolti i professionisti coinvolti nei servizi che si programmeranno. E il momento in cui è possibile trovare i punti di forza e quelli di debolezza del contesto organizzativo e ambientale ,definendo ,così , un piano ad personam più appropriato.
- Spiegare in modo semplice e completo il ruolo delle figure professionali coinvolte, avendo cura di discernere gli operatori che potranno agire presso il domicilio in base al progetto di intervento.
- Sintetizzare quanto discusso e quanto osservato con gli accordi necessari circa la definizione del progetto e del programma di intervento.
Dal momento che l’incontro con il paziente e la sua famiglia rappresenta un evento significativo, l’equipe professionale tutta è chiamata a creare una buona relazione e per farlo bisogna presentarsi come esperti che riconoscono il valore del lavoro della famiglia ponendo l’obiettivo di affiancare la stessa durante tutto il percorso assistenziale.
![](https://static.wixstatic.com/media/c7cbdf_02637987956e4aabb98e3dbd76b111ad~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_671,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_auto/c7cbdf_02637987956e4aabb98e3dbd76b111ad~mv2.jpg)
Bello e interessante