Per quali ragioni si effettua un clistere?
- infermierecatania
- 7 mar
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Quattro possono essere le ragioni per le quali si effettua un clistere:
si ha un clistere evacuativo nei casi di stipsi persistente, quando il paziente presenta fecalomi, ovvero feci secche e dure che bloccano la fisiologica evacuazione. Il liquido del clistere aumenta il volume intestinale e quindi stimola alla defecazione e al tempo stesso aiuta a idratare e sciogliere eventuali masse fecali disidratate e compatte. I pazienti anziani, che soffrono di disidratazione e spesso di rallentato transito intestinale, possono patire occlusioni intestinali a causa di un fecaloma, come anche le donne in gravidanza.
per scopo terapeutico, quando nel clistere sono presenti farmaci che agiscono localmente o a livello sistemico. È il caso della somministrazione di antinfiammatori o farmaci cortisonici nel caso della rettocolite ulcerosa a localizzazione distale, in aggiunta alla terapia per bocca.
come preparazione per interventi chirurgici, come la colectomia parziale oppure totale per mantenere il più possibile pulita la cavità addominale
per fini diagnostici. È questo il caso del cosiddetto clisma opaco. Viene somministrato attraverso un clistere del mezzo di contrasto per l’opacizzazione delle pareti intestinali, prima di svolgere una radiografia. Anche in vista di una rettosigmoidoscopia la pulizia dell’ultimo tratto dell’intestino avviene per mezzo di un clistere.
Quanto tempo ci mette un clistere a fare effetto?
Una volta che il clistere è stato somministrato, il suo effetto si produce in pochi minuti. Allo stesso tempo, è possibile che nell’arco dei 60 minuti successivi alla somministrazione il paziente abbia necessità di evacuare in più occasioni per cui è bene accertarsi che non debba uscire per almeno un’ora.
Inoltre si consiglia di non mangiare nei trenta minuti che precedono la somministrazione e di avere un facile accesso al bagno prima di iniziare la somministrazione.
Quanto tempo si deve trattenere un clistere?
Affinché il clistere sortisca il migliore effetto, può essere opportuno trattenere per 5, al massimo 10 minuti il liquido somministrato.
Ci sono eventuali complicazioni o controindicazioni per un clistere?
Le complicazioni che potrebbero presentarsi dopo aver somministrato un clistere sono in realtà poche ed estremamente rare. La somministrazione non è considerata dolorosa, può causare dei crampi a livello della pancia di intensità variabile e proporzionale alla sensibilità del paziente. Inoltre si possono avere giramenti di testa o debolezza e la procedura può risultare imbarazzante per alcuni pazienti.
Particolare attenzione deve comunque essere data alla temperatura del liquido, perché se troppo alta può causare lesioni da calore e una possibile ulcerazione della mucosa del colon. Se invece la temperatura è troppo bassa, possono manifestarsi condizioni quali shock circolatorio.
L’abuso di clisteri può portare a lesioni ed irritazioni della mucosa rettale e colica, ma soprattutto alla cosiddetta intossicazione da acqua. Il liquido del clistere è iposmolare e il suo assorbimento massivo arriva a diluire il sangue con conseguenti alterazioni degli elettroliti quali potassio, sodio e calcio.
Ricorrere al clistere è controindicato quando il paziente presente una occlusione intestinale meccanica con addome acuto. In simili condizioni c’è il rischio di perforazione, rischio che si corre anche nei casi in cui il paziente soffra di diverticolosi o appendicite. Inoltre l’impiego del clistere è in genere controindicato in caso di dolore addominale di origine sconosciuta, emorragia intestinale, nausea o vomito.
Il ricorso al clistere dovrebbe comunque essere occasionale, per evitare che condizioni come la stitichezza diventino croniche.
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